logotype
login |  register

Caos

 CAOS

Ovvero il perfetto mantenimento dello status quo

 

di Guerrino Iacopini

 

Pubblicato su Profili Italia anno III numero 5, giugno 2010


(clicca sull'immagine per leggere questo articolo nella versione editoriale)


Il “Dio Denaro” ha sconvolto il senso dell’esistere umano, creando un’instabilità morale e spirituale che ha contagiato tutto e tutti: politica, economia, giustizia, spettacolo, sport, scuola, sindacati e società. La politica del terzo millennio - quella del bipolarismo, per intenderci - all’inizio si traduceva unicamente nello stare con o contro Berlusconi, oggi è una rissa continua, in un tutti contro tutti senza vergogna, senza rispetto e senza dignità. Parapiglia dietro al quale si cerca di nascondere il tradimento della fiducia degli elettori, il mancato dovere, l’arroganza, gli inaccettabili privilegi, gli abusi e l’incapacità nell’amministrare il Paese. Da qualsiasi parte si guardi - sinistra, destra e centro - il panorama è sempre lo stesso, reso immutabile dal più subdolo degli inciuci politici della nostra storia: “l’accordo senza riserve tra le parti”. Tale accordo ha trasformato la nostra ragion di stato in “politica del cattivo esempio”, con relativa impunità per gli atti illeciti compiuti dai politicanti. Ma cos’è che in politica offende di più le persone per bene? Forse il fatto che un ministro italiano guadagni centonovemila euro al mese, cioè quasi quanto un comune operaio guadagna in dieci anni? No, l’offesa alla morale non è il “quantum”, che ci potrebbe pure stare. L’immoralità, il ribrezzo e la porcheria stanno nel fatto che quando qualcuno di questi “onorevoli” signori deve acquistare una casa per i propri fi gli, “a loro insaputa” e senza un motivo, qualcuno versa al notaio circa novecentomila euro al posto loro, mentre i fi gli dei comuni lavoratori non riescono neanche a ottenere un modesto mutuo dalle banche. Politici ambiziosi, arroganti e pieni di boria, invece di rappresentare il popolo sovrano, rappresentano solo se stessi e, purtroppo, sempre più spesso, in malo modo. La politica sta cancellando valori, regole, sindacati e opposizione, conducendoci verso l’inevitabile morte della democrazia. Per questi e tanti altri motivi la politica che ci viene propinata quotidianamente proprio non ci piace. Non ci piace neanche la strada che hanno preso l’economia e la finanza, dove ormai conta solo il “Dio Denaro”, nel cui nome tutto si può fare, basta non credere nei valori e nei precetti etici, ma solo a ciò che porta soldi a palate, infischiandosene del mondo che ci circonda. Se questa politica e quest’economia snaturata non ci piacciono, cosa dire della nostra giustizia, serva dei partiti e dei politici? Una giustizia temuta dagli innocenti e derisa da mafi osi e potentati. Una giustizia che sbatte in galera ragazzini in possesso di qualche grammo di hascisc e tiene fuori chi ha causato i fallimenti di Cirio e Parmalat e quelli che hanno consigliato di acquistare i bond argentini, rovinando milioni di famiglie. Una giustizia diversa dalle leggi, che provoca rabbia, amarezza e delusioni indescrivibili tra le persone a modo.  Una giustizia che da noi non è uguale per tutti. Che brutti spettacoli di vita siamo costretti a vedere ogni giorno! D’altronde, quelli televisivi non sono certo meglio. Mi si accappona la pelle nel pensare che tra gli idoli dei giovani di oggi compare Fabrizio Corona, principale indagato nell’indagine su “Vallettopoli” per estorsioni ai danni di diversi personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport e condannato a 3 anni e 8 mesi per i ricatti ad Adriano, Marco Melandri e Alberto Gilardino. Oppure la sua compagna, Belen Rodriguez, diventata celebre all’Isola dei famosi, perché “amoreggiava” in diretta Tv con Rossano Rubicondi, mentre il suo fi danzato di allora, l’attaccante del Milan Marco Borriello, stava in Italia a “rosicare”. Anche nello spettacolo, dunque, non conti se sei colto, preparato ed educato, ma solo se il “Dio Denaro” ti fa fare cassa. Che cosa dire dello sport nostrano, che ha scandalizzato il mondo intero con Calciopoli, la più grande truffa sportiva di cui potessimo macchiarci? Il virus dell’illecito arricchimento ha infettato tutti gli sport e in alcuni settori è praticamente impossibile eliminarlo. Che cosa dire poi di quei signori che guadagnano un milione di euro al mese per tirare quattro calci ad un pallone e non conoscono neanche l’indicativo presente del verbo essere? Grazie al “Dio Denaro”, anche loro possono infischiarsene dell’etica e di chi, per tirare a campare, i calci non li tira, ma ogni giorno li riceve in faccia dalla propria vita. Anche qui, senza etica e senza valori, quello che conta è salire sul treno che porta alla notorietà e alla ricchezza. Ci piacerebbe poter dire: “Per fortuna che almeno la scuola funziona”. Per piacere, smettetela di ridere: ho detto ci piacerebbe e non che funziona davvero! Come può funzionare una scuola che non fa distinzioni tra bravi e asini, fra chi studia seriamente e chi invece passa le giornate davanti alla Playstation? Una scuola che non forma né caratteri né ragazzi, che non riesce a vedere un futuro? Da dirigente sindacale, vorrei poter affermare: “Almeno i sindacati fanno qualche cosa!”. Ma mentirei, sapendo di mentire. La maggior parte dei leader sindacali ormai punta solo a passare in politica e occupare una poltrona dorata (vedi Polverini, ultima della lista). Dal 2011 entrerà a regime la riforma Brunetta, che renderà pressoché inutile la contrattazione integrativa e la tutela sindacale per i provvedimenti disciplinari. Di chi la colpa? In gran parte nostra, della nostra scarsa volontà di partecipare e di capire, dell’irresistibile voglia di delegare ai grossi sindacati - quelli che gestiscono il potere - la soluzione dei nostri problemi, senza pensare che chi ha il potere non vuole cambiare proprio nulla, ma tende a mantenere lo “status quo”. Già. Nonostante in tutto regni il caos più assoluto, i dirigenti di ogni settore della nostra società riescono a tenere in perfetto equilibrio lo status quo; e questo, oltre a determinare una situazione d’immobilismo, richiede un compromesso tra parti politiche, sindacali e sociali, per far sì che il potere politico domini sempre più e il popolo sempre meno. E a noi tutto questo proprio non piace!

 LEGGI ANCHE GLI ARTICOLI CORRELATI ELENCATI SOTTO

 (Vietata la riproduzione anche parziale degli articoli) ©