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Sud Italia...

Sud Italia…

La regione più povera d’Europa

 

di Guerrino Iacopini -


Pubblicato su Profili Italia anno I numero 5, novembre 2008

 (clicca qui per leggere questo articolo nella versione editoriale)

 

Sull’ultimo numero della rivista americana Newsweek si legge che il Sud Italia è più che povero, è poverissimo! E se fosse addirittura una Nazione, sarebbe la più misera tra tutte quelle che compongono la Comunità Europea. Analizzando i dati relativi al prodotto interno lordo, alla ricchezza prodotta e all’occupazione, Il Sud Italia risulta effettivamente ultimo in patria e ultimo anche tra i 25 Paesi dell’Unione Europea, dietro persino ai Paesi dell’Est. Questi dati sconfortanti fotografano amaramente un popolo, un territorio e una cultura in declino, incapace di affrontare con determinazione la sfi da imposta dalla globalizzazione e dal nuovo che avanza. E’ incredibile pensare che una terra così bella, così ricca di cultura e popolata da persone fantastiche, sia un luogo in cui la qualità della vita è la peggiore d’Europa. Le opportunità per rimettersi in gioco non sono di certo mancate: da sempre i vari governi hanno dato al Sud Italia fiumi di soldi per consentire alle sue imprese di specializzarsi e d’innovarsi tecnologicamente in maniera da essere competitive sul mercato globale, paritariamente con quelle estere. Fino ad oggi però, tutti gli interventi governativi a favore del Sud non sono riusciti a far decollare il Mezzogiorno che invece è rimasto in uno stato di forte arretratezza. E’ visibile a tutti il ritardo dell’economia del Sud rispetto a quella del Nord Italia, come è altrettanto riscontrabile la carenza dei servizi vitali per la popolazione. Al Sud mancano gli asili, mancano i centri sociali d’incontro per gli anziani, mancano nuclei ospedalieri in alcune zone e spesso la qualità dei servizi è scadente. Parecchi comuni non hanno neppure le scuole. In molte regioni d’Italia (vedi Triveneto) manca la mano d’opera, al Sud manca il lavoro e come in tutti i Paesi poveri, quando manca l’essenziale si emigra. Altro enorme freno per il nostro Mezzogiorno è stato l’evolversi della malavita organizzata che è cresciuta smisuratamente grazie proprio alle ingenti risorse destinate allo sviluppo del Sud di cui è riuscita ad impadronirsi, frenando di conseguenza non solo lo sviluppo ma anche gli investimenti esteri. Con queste premesse “la questione meridionale” sembra interminabile e senza soluzione, ma qualche spiraglio non di poco conto si affaccia prepotentemente alla ribalta e lascia sperare in una “Nuova Era per il Sud”. La globalizzazione dei mercati ed il nuovo assetto geopolitico hanno sicuramente privilegiato la posizione geografi ca dell’Italia. Un Nord che non solo è in grado competere con il resto d’Europa ma che a ragione può essere leader in moltissimi settori. Anche per il Sud lo scenario è cambiato. Ora c’è una grande area, quella del Mediterraneo, dove il nostro Sud può cooperare con le tante imprese dei paesi arabi per trasmigrare poi in mercati più ardui, come quelli asiatici. Se è vero che alcune Regioni del Nord hanno maggiore forza economica, maggiori infrastrutture e maggiore presenza sui mercati, il Sud ha diverse grandi risorse. I giovani hanno grandissime potenzialità, hanno studiato nelle migliori università e conoscono le nuove tecnologie meglio di molti altri. Molti giovani possono inoltre sfruttare il turismo e la gastronomia ( posti e pasti famosi in tutto il mondo!), possono stimolare l’artigianato che tutti ci invidiano, possono creare eventi culturali e artistici. Insomma nell’area mediterranea possono veramente fare questo e molto altro. Oltre ai giovani, ci sono le donne che in Italia sono quelle che ultimamente fanno più impresa. In controtendenza, la fanno di più al Sud e la fanno bene. Fino a qui abbiamo visto due Sud Italia, uno pigro, rassegnato, impotente e in declino; un altro pronto ad emergere e a conquistare spazi vitali, spavaldo e futurista, sicuramente vincente. Il federalismo fi scale, una volta che sarà pienamente attuato, può essere lo strumento che consentirà la vera rinascita del Sud, oppure quello che decreterà la sua fi ne. Se il Mezzogiorno vorrà uscire una volta per tutte dalla miseria e da un modo di vivere inaccettabile,  dovrà impegnare bene i soldi del Governo centrale, non solo negli squilibri ma anche nelle reali situazioni di povertà. Solo in questo modo vedremo tutti un nuovo e meraviglioso Sud.

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