Vita spericolata
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Vita spericolata
I giovani oggi: senza più regole e ideali
– di Guerrino Iacopini –
Pubblicato su Profili Italia anno III numero 3, aprile 2010
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Ma perché molti giovani d’oggi preferiscono una vita spericolata, fatta di alcol, droghe, sregolatezze sessuali e povera di affetti? Una vita piena di superficialità, di guai, al limite della follia e della legalità? Negli ultimi quarant’anni la società è cambiata parecchio: in pochissimo tempo ha spazzato via regole di vita millenarie e modificato gli usi e i costumi di tutto il pianeta. I ragazzi di oggi, senza più ideali e privi di ogni riferimento, se ne fregano di tutto e tutti, vivono alla giornata e la sola cosa che conta è mettersi in mostra il più possibile, perché apparire equivale a esistere. La loro vita è caratterizzata dall’instabilità, che regna sovrana su ogni cosa e pertanto non sanno mai cosa può accadere. Senza certezze e senza futuro, vivono velocemente il presente, come se fossero attori di un film, dove grazie al bombardamento mediatico ricevuto, i loro eroi sono i personaggi negativi della società. Allora si forza ogni situazione, si cerca di superare ogni limite, perché questo è l’unico modo per sentirsi vivi; la vita spericolata pare l’unica possibile, mentre tutto il resto è insofferenza. Molti sostengono che la colpa principale è della famiglia, dove i genitori sempre più spesso sono assenti ingiustificati, oppure troppo presi dai loro problemi quotidiani, non hanno più voglia di stare ad ascoltare i desideri, le aspirazioni e i sogni dei loro fi gli. Per correttezza, bisogna precisare che i cambiamenti avvenuti nella nostra società in questi anni hanno fatto si che la famiglia tradizionale non esista più. Al suo posto sono subentrati altri modelli e i giovani crescono e si formano in sintonia con i cambiamenti della società. Alcuni genitori di oggi o sono troppo autoritari e quindi stanno a vedere solo se i loro ragazzi hanno ubbidito o meno, senza sforzarsi di comprendere le loro necessità, oppure si comportano da amici, e per questo sono poi costretti a un eccessivo permissivismo. Sia nell’uno che nell’altro caso, i ragazzi non hanno un punto di riferimento, una guida cui affidarsi e allora seguono il “branco” e le sue “regole”. Il rifiuto della società, della politica e delle norme, la mancanza di un’educazione e di un punto di arrivo nella vita, li spingono alla voglia di divertimento e di mettersi in mostra a tutti i costi: la vita spericolata è il mezzo, il fi ne e la soluzione a ogni problema. Oggi questo modo di vivere tra i giovanissimi è diventato un fenomeno di massa, il solo modo che li faccia sentire vivi, ma che invece per ironia della sorte li porta a finire sempre più spesso all’ospedale in coma etilico o contro un albero a folle velocità. I giovani non sono altro che il risultato di una presenza positiva o negativa che cammina accanto a loro o, peggio ancora, di un’assenza intollerabile. A parole ne siamo sempre fi eri, nei fatti ci comportiamo come se fossero inutili, non insegniamo loro più niente, non ci interessano più i loro sentimenti, non li seguiamo e per questo non riusciamo a coglierne segnali. Il loro distacco dalla società è sempre più abissale, giornate intere sciupate al computer alla ricerca di una felicità virtuale. Con il loro modo di fare potrebbero sconvolgere le regole dell’intero pianeta o addirittura disintegrarlo, ricostruendolo daccapo. Forse questo modo incosciente e sconsiderato di vivere la vita sarebbe diverso, se accanto, invece di genitori-amici, avessero un padre e una madre che s’interessassero di più a loro e insieme creassero le fondamenta per un futuro reale.
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