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Auto blu

Un'altra vergogna italiana

- di Guerrino Iacopini -


 


Le “auto blu” sono quelle automobili in dotazione ai politici nazionali e locali, acquistate e mantenute con i soldi ricavati dalle tasse dei cittadini. L’Associazione Contribuenti Italiani, conduce annualmente un’indagine sulle “auto blu” italiane e su quelle delle altre nazioni, poi pubblica i risultati sul proprio sito web, contribuenti.it. Inutile dire che nella classifica mondiale di chi ne possiede di più, l’Italia, è vergognosamente al primo posto con 626.760 unità,

(Il dato tiene conto sia delle auto di proprietà delle amministrazioni sia quelle in leasing, in noleggio operativo e noleggio a lungo termine, presso lo Stato, Regioni, Province, Comuni, municipalità, Asl, comunità montane, enti pubblici, enti pubblici non economici, società misto pubblico-private e società per azioni a totale partecipazione pubblica) seguita, al secondo posto, dagli Stati Uniti, dove la popolazione è sei volte quella italiana, ma dove invece le auto blu sono soltanto 72.000. Al terzo posto troviamo la Francia con 61.000 unità e al quarto posto il Regno Unito con 56.000, seguono la Germania con 55.000, la Turchia con 51.000, la Spagna con 42.000, Grecia e Giappone, con 30.000. In classifica, il Fanalino di coda è il Portogallo, con 22.000 unità. Mentre in Italia le auto di servizio crescono smisuratamente ogni anno, nelle altre nazioni le amministrazioni locali ne tagliano in media da 1.000 a 3.000 l’anno. L’analisi impressionante sulle auto di stato che circolano nel nostro Paese, dimostra diverse cose: (1) La sproporzione colossale delle auto a disposizione dei politici italiani, rispetto a quelle degli altri Paesi, evidenzia il menefreghismo politico riguardo ai sacrifici che i cittadini compiono col pagamento delle imposte, tra l’altro, anche grazie a questi abusi, le nostre tasse sono le più alte rispetto a quelle delle altre nazioni europee. Tutto ciò inoltre, fa risaltare le diseguaglianze sempre più evidenti tra politici e popolazione, tra privilegiati e non. (2) Sommando le auto blu delle nazioni in esame, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania, Turchia, Spagna, Giappone, Grecia e Portogallo, otteniamo che tutte insieme hanno a disposizione 419.000 autovetture di servizio, quindi per raggiungere il parco auto della Pubblica Amministrazione italiana, oltre a quelle di queste 10 nazioni, bisognerebbe aggiungere le auto blu di altre 10 nazioni come il Portogallo. (3) Quando si dice che in Italia c’è una grande evasione fiscale, ciò dipende anche e soprattutto dagli usi e abusi che si fanno con i soldi pubblici. Se dovessimo avere lo stesso numero delle auto di servizio della Francia, dovremmo eliminare ben 554.760 automobili, mezzo milione di autisti, mezzo milione di assicurazioni RCA, centinaia di milioni di litri di carburante e tutte le altre spese connesse al mantenimento del parco automobilistico pubblico. Pensate a quante centinaia di milioni di euro si risparmierebbero solo in questo settore e come potrebbero essere investiti diversamente, magari tagliando di meno le pensioni o il servizio sanitario nazionale o investendo di più nella ricerca. La cosa che più indigna i cittadini però, è che questo vergognoso scempio di soldi pubblici, è compiuto contravvenendo a una legge del 1991 che limita l’uso delle auto blu della Pubblica Amministrazione italiana, solo a ministri, sottosegretari e alcuni direttori generali. Queste cifre sono la dimostrazione che da noi, gli amministratori pubblici hanno superato ogni limite e che ci troviamo davanti ad una vergogna nazionale che va eliminata al più presto, ma che nessuno in cuor suo vuole fare. Perché nei siti web delle pubbliche amministrazioni non si pubblica chi sono gli utilizzatori di queste autovetture e magari far pagare loro un costo del beneficio di cui godono, in modo da autoridurne l’uso? Perché in un momento così grave di crisi economica, dove le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese, scorazzano oltre mezzo milione di auto blu che invece, per legge, non dovrebbero esserci e nessuno fa nulla? Perché si continua a sostenere che la terza repubblica è meglio della prima?

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